Al PortaMortara il Derby della Cupola

Sia chiaro, è sempre bello vincere, ma il Derby è diverso, è una roba strana. È una faccenda di cuore, di appartenenza, di orgoglio, di colori. È quel momento in cui la classifica conta poco e il risultato pesa il doppio, e non è questione di punti, classifiche o statistiche. È più tipo: “Chi comanda qui?”   È quel giorno in cui anche il più calmo perde la pazienza, il più tecnico s’infiamma e il più diplomatico mette via la stretta di mano “per dopo”.  Il Derby ha un suo tempo, che inizia giorni prima, è una sfida che si gioca prima ancora che sul campo, nei giorni che la precedono, nei messaggi tra compagni, negli allenamenti pre partita, davanti ad una birra la sera prima. È più di una rivalità: è come in tutti i Derby, è un confronto tra identità, noi e loro, tra modi diversi di vivere la stessa passione, la squadra e quello che gli sta intorno. E se vinci? Goduria pura … beh, ovvio, non è solo una vittoria. È qualcosa che resta. Che ti porti dietro per i giorni successivi. Continui a parlarne a tavola, nelle chat, nei bar, con tutti quelli che conosci, fino al prossimo round. Se perdi? Rabbia, certo. Ma anche fame per la prossima volta. E così si arriva al giorno della partita, si gioca allo Stadio Provini, che per l’occasione vede i nostri tifosi in “ trasferta: atleti, genitori e membri della grande famiglia delle giovanili di baseball e softball. Un clima di appartenenza che ha fatto il suo e ha aiutato i ragazzi in campo. Nella squadra molti “veterani” hanno appeso il guanto al chiodo, lasciando spazio ai giovani cresciuti nella nostra “ Cantera ”. Si apre così un nuovo ciclo, che non ha però scalfitto lo spirito della squadra. A guidare questa transizione c’è Alex Centrella, IL CAPITANO, punto di riferimento in campo e figura chiave nel passaggio del testimone alle nuove generazioni. Il match si è accende subito: lanciatore partente Lariccia, “play ball” e via. Subito il primo colpo di scena: il manager avversario viene espulso. Ma gli Athletic non si lasciano distrarre, premono sull’acceleratore e  prendono in mano il gioco e attaccano, portandosi in vantaggio fino al quinto inning sul 5-3, è tosta , si risale punto su punto, fino al pareggio del settimo inning, giusto per tenere alto il pathos. Ma l’ottavo inning… l’ottavo, signori, è leggenda: BIG INNING, maiuscolo. Protagonista? Federico Buzzi, uno dei giovani Rookie U15,( oltre a Giacomo Ghiselli e Matteo Greguoldo) esordio col botto –  due doppi – che hanno acceso la miccia di una vera e propria esplosione di punti: 10. Dieci. D-i-e-c-i. Tanto basta per far scendere il sipario e chiudere per manifesta. E così, anche questa volta, il derby prende la via della nostra bacheca dei ricordi belli. Perché cambiano le stagioni, si rinnovano le squadre, gli “anziani” passano il testimone… ma la tradizione, PER ORA,  resta.

E se qualcuno avesse avuto dei  dubbi, lo ripetiamo a bassa voce ma con sorriso largo: noi ci siamo e abbiamo ancora il vizio di vincere.

GO PORTA GO

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